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La processione del Bambino Gesù, la sera della vigilia di Natale, è il momento più toccante, perché i riti perdono l’aspetto pagano e si vestono di cristianità. I Baianesi considerano la processione un tassello ineliminabile della festa del Majo e la gente dei Vesuni sa di aver conservato gelosamente una manifestazione nata nel quartiere ed offerta all’intero paese come veglia per chi partirà per il taglio del Majo con la benedizione del Bambino Gesù.

Per questo bisogna ringraziare la signora Pradal Stefanina, che per anni ha messo tanta passione per organizzare nel modo migliore la festa al Signore che nasce. Gira per le case e chiede un’offerta che poi servirà a coprire le spese che comporta la processione. Con l’aiuto dei familiari costruisce e addobba la capanna nel cortile di casa sua, dove poi nascerà il Bambino e dove tutti i baianesi vanno a salutarLo, a fare una preghiera, a scambiarsi gli auguri. Da lì poi verrà portato in processione per le strade del paese, seguito da una marea di gente che Gli offre preghiere e canti, allietati dalle carabine e dai tracchi che riscaldano il freddo pungente della nottata. Chi resta a casa Lo aspetta e Gli tributa omaggio con bengala di vari e vivacissimi colori  che illuminano il cielo e gli occhi degli anziani dalle lacrime facili. Dopo il lungo giro per le strade del paese, non fermato dal freddo, né dalla pioggia, né dal vento, sotto la spinta dei fedeli e dei fuochi pirotecnici, viene portato nella chiesa di Santa Croce,

A portare in braccio il Bambino durante la processione si è creata una vera tradizione familiare, che non ha mai sottratto spazio, però, ad altri bambini desiderosi di interpretare per una notte il ruolo di “angeli”.