© Copyright Montella Carmine Baiano 2023

Il Majo a Brooklyn

di Carmine Montella 

In occasione delle feste natalizie ritornano a Baiano molti emigrati.  E gli emigrati del nostro paese sono numerosi!  Un baianese puro sangue non sa trascorrere la giornata di Natale lontano dal suo paese, perché è forte il desiderio di rivedere il Majo e di rivivere la festa in mezzo ai tracchi, alle carabine e alle sarcine.  Gli emigrati vengono con macchine fotografiche o con cineprese, per imprimere sulla carta immagini che nemmeno il tempo saprà sbiadire e per gustare poi, lontano dalla patria, la visione di tanta gioia, allorquando il ricordo delle cose care stringe la gola e inumidisce gli occhi. 

Coloro che non hanno la possibilità di tornare a casa, soffrono in questo giorno in modo incredibile.  Qualcuno che ha un po’ di fantasia in più si arrangia come può e rivive a modo suo il Natale baianese.  A tal proposito mi hanno raccontato una storia veramente commovente.

Anni fa, una famiglia di Baianesi fu costretta a partire, per cercare altrove la strada della fortuna, non potendo più vivere agiatamente nella propria terra.  Andò a vivere a Brooklyn.

Il capofamiglia trovò difficoltà d’inserimento nel nuovo ambiente.  Più forte fu, perciò, la nostalgia dei suo paese, e più frequente fu il ritorno nella sua mente dei ricordi.

Era il tredici dicembre e lui pensò alle messe che nel suo paese si celebrano alle 5 del mattino, durante la novena di S. Stefano, fino al giorno di Natale.  Le lacrime gli scendevano a frotte sul viso: piangeva come un bambino.  Avrebbe voluto sparare ancora una volta la carabina davanti alla chiesa!

Furono giorni terribili quelli della novena e più triste fu il giorno di Natale.  Quanto avrebbe pagato per trovarsi a Baiano quel giorno! In mezzo alla folla e gridare con essa “Evviva il Maio di Santo Stefano!”

La processione di Gesù Bambino a mezzanotte, la messa alle cinque dei mattino, la partenza per i monti, la scelta e il taglio dei Majo, il corteo e l’alzata dell’albero consacrato al Santo patrono; e poi la raccolta “dê sarcinielle”, il “focarone” : fu uno strazio per il suo cuore non poter rivivere queste cose, che mettono tanta febbre.

Girava per la casa, quell’uomo appassionato, senza fermarsi un istante: cercava di dimenticare.  Ma i ricordi lo assalivano con furia e gli martellavano la mente fino a farla scoppiare. 

 Cosa fare?  Corse nel giardino ed estirpò con l’aiuto dei figlioletti un alberello: era il suo Majo, piccolo, ma forse per lui più bello in quell’istante!  Lo portò in trionfo sulle spalle per il giardino, seguito dai figli che facevano un gran baccano, sotto lo sguardo incredulo dei passanti. Ed intonò la canzone  “Oi Stefanì” con tutta la foga e la passione immaginabile. <<Cu na fede dint’ ‘o core/ sò venuto a stu Natale/ ch’è rimasto tale e quale/ comme a tanto tiempo fa!...//... Stu Natale è festa nosta/ che te scete pure ‘e sante,/ mette a freve a tutte quante/ dint’ ‘e vene pe cantà!...>> .  Poi entrò in casa e tutti insieme girarono cento volte intorno alla tavola, fino ad esaurimento di forze..

Alle cinque del pomeriggio ritornarono nel giardino e, come in quel momento a Baiano,  diedero fuoco a piccole sarcine e a roba vecchia che i figlio!etti avevano raccolto dopo pranzo, presi ed eccitati dalla funzione dei mattino.  Era il loro “focarone”, che attirò l’attenzione dei vicini e dei passanti, increduli di quanto stavano vedendo.

 Il fuoco si consumava lentamente, alimentato dai ricordi: negli occhi, dai quali grondavano fiumi di lacrime, c’erano le alte fiamme del focarone che in quell’istante ardeva nello stradone di S. Stefano a Baiano: accecato dai ricordi Aniello  vedeva solo quelle fiamme! Finalmente era anche lui lì al suo paese, davanti alla chiesa, ad ammirare il Maio che si levava maestoso tra il fuoco e le note dei canti natalizi!!!

Ed ora che è alla corte del Signore, chi sa quante volte dall’alto dei cieli il 25 Dicembre dà forza ai Baianesi che a Natale, in terra straniera, sognano anch’essi il Maio!

Sembra una storia inventata quella che abbiamo raccontato, tanto essa è lontana dalla realtà.  Eppure è una storia vissuta e sofferta, una storia vera, una storia che rivive ogni baianese che a Natale si trova lontano dal suo paese!