© Copyright Montella Carmine Baiano 2023

La processione del Bambino Gesù

di Carmine Montella

(Testo pubblicato in «‘E Vesuni» di Antonio Vecchione, Scuderi Editrice, 2007, pp. 88-92)

 

L’identità di un quartiere vien fuori sia dalla vita quotidiana dei suoi abitanti, sia dalle manifestazioni folkloristiche organizzate nel corso dell’anno e nell’arco  del tempo che passa.

Anche «‘e Vesuni» (centro storico di Baiano), naturalmente, non sfuggono a questa regola e sono caratterizzati da momenti unici vissuti con particolare intensità.

Il legame tra «‘e Vesuni» e la chiesa è stato sempre forte, testimoniato soprattutto  dalla grande partecipazione alle <<messe ‘e notte>> durante la novena in onore di Santo Stefano e alle funzioni del mese mariano, dal contributo materiale alla festa del santo patrono e dall’attesa davanti casa del passaggio di Santo Stefano il 26 Febbraio, il 3 Agosto ed il 26 Dicembre; infine,  dall’organizzazione della festa in onore di San Giacomo e, da qualche anno, dei “Vesuni in festa”.

Ma la processione del Bambino Gesù, la sera della vigilia di Natale, è il momento più toccante per la sensibilità delle persone del centro storico, perché è un’iniziativa che nasce dal desiderio della gente semplice di offrire a Gesù appena nato la dimostrazione che almeno per una sera - mettendo da parte i dispiaceri della vita, i rancori, le inimicizie, le maldicenze - tutti sono fratelli, tutti amano il prossimo, tutti augurano ad ognuno che si incontra ogni bene ed ogni fortuna; tutti si stringono la mano e si amano come Lui ama tutti noi.

Per questo bisogna ringraziare la signora Pradal Stefanina, che da anni mette tutta la passione di cui è dotata per organizzare nel modo migliore la festa al Signore che nasce. Gira per le case e chiede un’offerta che poi servirà a coprire le spese che comporta la processione. Soprattutto la musica! Con l’aiuto dei familiari costruisce e addobba la capanna nel cortile di casa sua, dove poi nascerà il Bambino e dove tutti i baianesi vanno a salutarLo, a fare una preghiera, a scambiarsi gli auguri. Da lì poi verrà portato in processione per le strade del paese, seguito da una marea di gente che Gli offre dal profondo del cuore preghiere e canti, allietati dalle carabine e dai tracchi che riscaldano il freddo pungente della nottata. Chi resta a casa Lo aspetta e Gli tributa omaggio con bengala di vari e vivacissimi colori  che illuminano il cielo e gli occhi degli anziani dalle lacrime facili. Dopo il lungo giro per le strade del paese, non fermato dal freddo, né dalla pioggia, né dal vento, sotto la spinta dei fedeli e dei fuochi pirotecnici, viene portato nella chiesa di Santa Croce, dove ad attenderLo ci sono coloro che hanno preferito rinunciare alla processione per occupare un posto “in prima fila” per ascoltare la Santa Messa.

Fanina Pradal è figlia d’arte, perché prima di lei e per tanti anni a curare l’organizzazione della festa era il suo padre adottivo, Pellegrino ‘o Capone, vigile comunale. Quelli della mia generazione certamente portano il ricordo e la testimonianza di quell’uomo buono e generoso che il 24 Dicembrte girava per i Vesuni con un carretto trainato con le sole forze delle braccia per raccogliere  << ‘e cippone>> che la gente gli offriva per costruire la capanna,  compito di Zito Salvatore (detto ‘o paratore) che pagava le spese occorrenti con i soldi che i fedeli mettevano nella guantiera ai piedi del Bambino.. Per noi ragazzini era un vero divertimento collaborare con lui in quella sua “missione”, aiutandolo a portare il carretto specialmente quando diventava pesante per il carico. Per la salita si spingeva. Per la discesa si frenava. Nel cuore la gioia di offrire al Signore l’entusiasmo dell’età! Pellegrino ci aspettava e sapeva di contare su di noi pur senza mai chiamarci! Non so se prima di lui altri abbiano organizzato la processione del Bambino Gesù! Lui l’ha fatto per molti anni e certamente ha gradito che la figlia Fanina ha continuato la sua opera!

A portare in braccio il Bambino in processione si è creata una vera tradizione familiare, che non ha mai sottratto spazio, però, ad altri bambini desiderosi di interpretare per una notte il ruolo di “angeli”.

Prima Nunziatina Pradal (già dal 1934) e la stessa Fanina (per 12 anni a partire dal 1945) con le ali attaccate alle spalle hanno portato tra le braccia il Bambino, percorrendo a piedi le strade del paese fino alla chiesa, accompagnati dal clarino di Tobia Vecchione (detto ‘o quartino) e dalla tromba di Cosimo Saginario (detto Cusimiello ‘o scarparo) che offrivano gratuitamente la propria prestazione artistica. Poi le quattro sorelle Albertini (le figlie di Gerardo ‘o funtaniere e di Lilina ‘a cucciulona): Lina (Nicolina), Sisina (Teresa), Abbondanza e Maria, sempre a piedi.

Subito dopo, per un voto fatto da Mimì per la nascita di Enzo, iniziò la collaborazione della famiglia Colarusso che mise a disposizione il proprio camioncino (guidato dallo stesso Mimì, poi dal figlio Enzo ed ora da Mimì, figlio di Enzo), sul quale veniva caricata la capanna con gli angeli ed il Bambino. Il primo angelo motorizzato fu Pina Colucci (figlia di Nunziatina); quindi le sue sorelle Stefania ed Antonietta; poi Maria e Daniela Canonico (figlie di Fanina).  

Successivamente il ruolo fu impersonato da bambini di varie famiglie, anche della stessa famiglia Colarusso,  fino ad arrivare ai nipotini di Nunziatina e di Fanina (Stefania figlia di Canonico Anastasio; Napolitano Maria Laura figlia di Pina Colucci; Sforza Nunzia figlia di Daniela Canonico; Balbi Miriam figlia di Maria Canonico… ) ed ai figli di Enzo Colarusso.

Sono trascorsi tantissimi anni, ma la fede è sempre la stessa, sia da parte di Fanina Pradal, sia da parte dei Baianesi che aspettano la processione di mezzanotte come un tassello ineliminabile della festa del Majo in onore di Santo Stefano. E la gente dei Vesuni sa di aver conservato gelosamente una manifestazione nata nel quartiere ed offerta all’intero paese come veglia per chi partirà per il taglio del Majo con la benedizione del Bambino Gesù.

(Carmine Montella, giugno 2007)