© Copyright Montella Carmine Baiano 2023

Messe ‘e notte e banda nella strada

di Antonio Vecchione 

Sagrato Chiesa di S. Stefano, alle sei e mezza del mattino: è appena stata celebrata la “Messa e notte” e l’atmosfera, da raccolta, intima e mistica, diventa briosa e scintillante. Nel solco della tradizione un variegato e colorato gruppo di ragazzi e ragazze, giovanotti e signorine, si riunisce per sfilare suonando e cantando per le vie del paese. La banda è presto fatta: una fisarmonica (spesso due), grancassa, tamburi e piatti. L’entusiasmo? Alle stelle. Allegri e festanti attraversano le strade ancora sonnolente del paese, suscitando simpatia e gradimento. Sembrerebbe una improvvisata invenzione dell’ultima ora, invece è una tradizione che affonda le sue radici nella prima metà del secolo scorso, quando nella Chiesa di S. Stefano si esibivano i “musicanti” della banda comunale, il “Gran Concerto Città di Baiano”. I “musicanti” erano quasi tutti artigiani che sfruttavano il tempo libero per imparare a suonare un clarinetto o un flicorno o un flauto allo scopo di arrotondare i non lauti guadagni. All’epoca la partecipazione alla “Messe e notte” costituiva un sacrifico enorme per gli umili devoti baianesi. Si celebravano alle tre del mattino per consentire la partecipazione a boscaioli e contadini, la cui giornata di lavoro cominciava alle cinque. Pur tuttavia, prima di affrettarsi a raggiungere a piedi il posto di lavoro, si concedevano una brevissima e festosa distrazione: accompagnavano i “musicanti”, che, dopo il concerto in Chiesa, riuniti in gruppo, si recavano in piazza suonando alcuni pezzi di grande presa sul pubblico. Un piccolo piacere “popolare”, a cui si cercava di non rinunciare. Don Santo Cassese, agli inizi degli anni sessanta, pose sciaguratamente fine a questa bellissima tradizione della banda in Chiesa. Per fortuna la generazione degli anni settanta ebbe il merito di mantenere in vita il gaio girovagare per le vie del Paese: quel filo non si è spezzato nel corso dei decenni ed eccoci ancora a gioire con questa piacevole e scanzonata banda di giovani, che sono bravi a creare un allegro clima nel quale tutti ci sentiamo coinvolti. Un coinvolgimento oltre ogni limite, se si pensa che qualche mattina fa lo spettacolo è diventato speciale: delle signore non più in verde età, ma con uno spirito sorprendentemente giovanile, hanno preso il posto dei ragazzi nella banda (una batteva con perizia la grancassa, l’altra i piatti). Alcune loro amiche hanno fatto da corona cantando “Oi stefanì” nell’entusiasmo generale dei presenti. Questa esibizione è ammirevole in quanto testimonianza di una straordinaria carica di entusiasmo, di slanci generosi, di volontà di partecipazione, di coraggio, un potenziale enorme di capacità e intelligenza (che purtroppo non sempre emerge per la cultura ancora maschilista della nostra società che isola e confina le donne). Uno straordinario esempio da seguire, un contributo enorme per lo spirito “corale” della festa: prima la sentita partecipazione alla Messa e poi il divertimento popolare. Interpretando un sentimento comune, non possiamo che complimentarci con ciascuna di queste signore: Lucia Napolitano, Livia Colucci, Maddalena Balletta, Rosa D’Apolito, Lucia Dello Russo, Rachele Sarno (e ci scusiamo per eventuali omissioni di nomi). Auguri a tutti e buona festa del Maio.